Dorina Rodi
E’ sembrata più una mostra ecologica che una personale; è
apparsa più un arredo floreale che un insieme di lavori su cartoncini e tele;
si è presentata più come un prato fiorito nella bella stagione e illuminato dal
sole che come un risultato cromatico.
La personale della Rodi ha suggestionato veramente il
fruitore e lo ha sensibilizzato all’arte.
Le opere di Dorina Rodi non hanno
in sé solo la capacità di attrarre e di farsi osservare, ma contengono fascini
e attrazioni che creano una atmosfera pura in cui è possibile concretamente
essere liberati alla spensieratezza ed alla allegria, pur momentanea, della
vita.
Non occorre andare a scrutare nell’inconscio per capire
l’artista, presente con la sua poetica e col suo meraviglioso mondo di interpretare
la natura. L’arte della Rodi è di per sé esplicita, espositiva, significante
sia psicologicamente che linguisticamente. Messe insieme, le opere
rappresentano un inno alla vita, un omaggio alla natura, un forte richiamo al
rispetto e all’amore per il proprio ambiente in una dimensione che sa di
soprannaturale; singolarmente, ogni tela rappresenta uno spicchio della vita
inanimata che è vivificato dalla estrema
sensibilità dell’autrice.
I lavori della Rodi sono immagini poetiche di composizioni
sentite, spontanee e passionali in cui i colori e la luminosità si fondono per
tradursi in immagini eloquenti, esprimendo un potenziale artistico che richiama
alla semplicità, all’ideale gioioso di vivere la vita e interpretare
l’universo.
Fiori, tanti fiori, quasi tutti di campo, che vanno a
vivere per l’eternità sulle tele, pronti ad esprimere passioni e sentimenti, ma
anche pronti a segnare il tempo che passa inesorabilmente; il tempo di un solo
giorno come il tempo di un anno, che si ripete nel ciclo vitale delle cose, che
appartengono comunque all’uomo.
Si è portati spontaneamente a dire “grazie” all’artista
brindisina; grazie per la possibilità che offre nel far rivivere momenti di
tranquillità interiore; grazie solamente perché esiste.
Provate a soffermare lo sguardo su una opera qualsiasi, su
una immagine qualsiasi, su un fiore qualsiasi, su un filo d’erba qualsiasi:
ovunque c’è il trionfo del colore che regala la gioia di vivere. La bontà della
forza di vivere della natura si sprigiona da ogni goccia di colore. Il “verde”
distensivo e speranzoso diviene simbolo della crescita del grano che spunta dal
terreno fino a quando, ingiallendosi, racchiude il sostentamento della vita
conferendo forza e ragion d’essere al rapporto uomo – terra. Il tempo viene
segnato dal colore, dal vento, dalle erbacce, dal cielo sereno, dai ruscelli
limpidi, dagli “ola” dei campi di grano, dalla stessa intensità dell’oleoso
colore che pur applicato istintivamente, è simile ad una clessidra. Il verde
tenero preclude la vita; il verde intenso implica la maturazione e dove il
rosso dei papaveri conferisce un richiamo alle difficoltà della vita fino a
diventare rigoglioso nella certezza di vita e nella sua conservazione che, ingiallendosi,
prepara altra vita.
E’ la spiga matura, ma anche il grano secco che riposa su
un letto dorato di foglie morte che conservano, anche esse, il seme della nuova
vita.
Il tempo, ma anche i sentimenti sono eloquentemente
espressi nelle opere della Rodi in un crescendo altrettanto naturale e
finalizzato alla bontà finale. Il vento scuote, il sole appassisce, la natura
preoccupa, il ramo secco prepara una nuova esistenza, il sole tonifica anche,
ma su tutto domina la speranza che crea una visione ottimistica d’insieme che
forse è il vero messaggio dell’uomo.
Avete mai provato a distinguere il bene dal male? Il bianco
dal nero? Il giusto dall’ingiusto? Provate a farlo e se ci riuscite ditemi la
differenza. Io, intanto, riesco a dirlo solo con i fiori di Dorina
Rodi.